COS' E' LA MUSICOTERAPIA
Definizione “ufficiale”:
La musicoterapia
è una tecnica che utilizza la musica come strumento terapeutico, grazie
ad un impiego razionale dell’elemento sonoro, allo scopo di promuovere
il benessere dell’intera persona, corpo, mente, e spirito.
Oggi vi sono diversi approcci alla musicoterapia, diverse metodologie, che hanno prodotto diverse
musicoterapie, con un ampio spettro che va dall’approccio
pedagogico, a quello
psicoterapeutico a quello
psicoacustico.
La musicoterapia viene impiegata in diverse campi, che spaziano da
quello della SALUTE, come prevenzione, riabilitazione e sostegno, a
quello del BENESSERE al fine di ottenere un migliore equilibrio e
armonia psico-fisica.
Si
parla di musica utilizzata a scopi terapeutici già nell'antichità,
quando essa era ritenuta in forte contatto con la salute; tuttavia,
priva di basi scientifiche, i trattamenti non furono presi in
considerazione ma valutati accettabili solo a partire dal settecento, e
oggi sono diventati argomento di ricerca e riconosciuti come validi rimedi perché,
benché le reazioni delle persone alla musica siano soggettive, buona
parte delle persone si mostra sensibile alla musica.
Nella musicoterapia è la musica l'espediente che consente di liberare
emozioni e pensieri, mostrare agli altri il proprio stato d'animo
talvolta non rivelato a parole; la musica ha la capacità di offrire un
processo di apertura dell'individuo che tende consciamente o meno a chiudere alcuni canali che veicolano il naturale rapporto tra sé e il mondo esterno.
AMBITI DI INTERVENTO: PREVENTIVO E CURATIVO
È stata rilevata un’influenza positiva in pazienti affetti da patologie, come Sindrome di Down, Coma,Autismo, Disturbi del linguaggio, Nevrosi e psicosi, Anoressia e Bulimia, Disturbi dell'umore, Nati prematuri, Ansia e depressione, Ritardo mentale, Demenza, Disturbi dell'apprendimento.
La musicoterapia è utilizzata molto anche con bambini con handicap di
vario genere per favorirne lo sviluppo psico-fisico, affettivo, emotivo e
le capacità relazionali.
La musicoterapia ha l’effetto di ridurre lo stato d’ansia e di
migliorare il tono dell’umore. I reparti ospedalieri in cui viene
maggiormente utilizzata sono quelli di terapia intensiva, di oncologia,
di medicina delle cure palliative, geriatria, odontostomatologia,
ostetricia e ginecologia e nelle unità coronariche.
MUSICOTERAPIA DEL BENESSERE
Incontri collettivi per adulti, anziani, donne in gravidanza, sedute personalizzate e limitate a genitori e figli.
Musicoterapia in gravidanza e parto
Le
ormai numerose esperienze di musicoterapia italiane ed estere
confermano l’utilità di affiancare attività sonoro-musicali ai
tradizionali corsi di preparazione al parto, poiché la musica può
aiutare la gestante a rilassarsi, a contenere l’ansia e a raggiungere
uno stato di generale benessere psicofisico.
Musica per la mamma
La
gravidanza comporta una serie di cambiamenti non solo fisici ma anche
psicologici; i mutamenti che avvengono durante i nove mesi sono talvolta
accompagnati da momenti di ansia, stress, paura e affaticamento che
possono impedire alla donna di vivere questo straordinario momento della
vita in serenità. La musica in questo contesto può essere un valido
strumento per aiutare la gestante a migliorare la sua salute emotiva:
nelle sedute di musicoterapia la madre si prepara alla nascita del suo
bambino abituandosi ad ascoltarne le azioni-reazioni motorie in risposta
al suono della voce e della musica, ascoltando se stessa, i suoi ritmi
interni ed il loro modificarsi con il procedere della gravidanza. Con
attività musicali appositamente studiate si permette alla futura mamma
di vivere con serenità i nove mesi dell’attesa, ma anche di imparare
alcune tecniche che potrebbero servirle concretamente nel momento del
parto. Questo le permette di vivere la nascita con consapevolezza e
serenità, attenta e pronta ad assecondare i segnali provenienti dal suo
corpo e dal suo bambino (AUDITORE-PASINI, 1998).
Musica per il bebè
La
musicoterapia prenatale prevede anche una serie di attività per
stimolare il piccolo e per favorire così la comunicazione fra
mamma-bambino. La musica durante l’attesa è il canale privilegiato di
questa comunicazione e le varie attività ritmico-sonore permettono di
preparare una relazione affettiva equilibrata e serena, nonché di
stimolare adeguatamente lo sviluppo strutturale e funzionale del sistema
nervoso del feto stesso. Infatti, tutti gli stimoli presenti
nell’ambiente nel quale il feto cresce (suoni interni ed esterni alla
madre), contribuiscono allo sviluppo delle e vie sensoriali acustiche,
favorendo anche il processo di maturazione strutturale e funzionale del
Sistema Nervoso (AUDITORE, 1998). Ma la musica per eccellenza che piace
al piccolo è senza dubbio quella prodotta dalla mamma, ossia la sua
voce: la colorazione timbrica e melodica della voce materna è veicolo di
emozioni ed affetti, è una carezza ed una “coccola sonora”, ma anche un
vero strumento per comunicare al piccolo stati di "trepidante
accoglienza o al contrario di gelido rifiuto" (BENASSI, 1998).
Il canto prenatale
Il
canto aiuta la gestante a migliorare il respiro, ma anche a farle
scoprire il piacere di cantare per il bebè, contribuendo così anche al
suo sano sviluppo. Dagli studi di psicofonia effettuati dalla cantante
Maria Luisa Aucher in collaborazione con Paul Cauchard, neurofisiologo
della Sorbona, è emerso che la voce investe interamente il corpo del
feto: in pratica quella più grave del papà è potenzialmente in grado di
stimolarlo dai piedi all'addome, mentre la voce più acuta della madre,
dalla vita alla testa. Dall'osservazione di neonati, figli di cantanti
professionisti, si è riscontrato che dove era la madre a cantare per
tutta la gravidanza il bambino mostrava alla nascita solidità alla nuca e
vigore degli arti superiori, quando invece era il padre si assisteva ad
una precoce deambulazione. Il canto prenatale svolge anche un'azione
auto-analgesica, poichè la pratica aiuta la partoriente a produrre le
endorfine, sostanze che attenuano spontaneamente la percezione del
dolore. La respirazione distesa, invece, influenza positivamente il tono
muscolare, che perciò risulta meno contratto (BENASSI, 1998).
Uso spontaneo della voce
Alla
psicofonia si affianca anche l’uso spontaneo della voce in tutta la sua
gamma espressiva, affinché con una attività di canto libero la mamma
impari ad usare la voce in modo non convenzionale, come mezzo di
comunicazione e trasmissione degli stati affettivi materni, ma anche a
regolarizzare naturalmente il suo ritmo respiratorio. La ricerca di
“ninna nanne”, filastrocche e nenie da cantare al bambino, fa sì che la
madre ed il padre vengano aiutati a scoprire un proprio modo sonoro per
rivolgersi al bambino, e quindi a formare pensieri per lui, a “prendersi
cura” di lui, anche grazie al benefico massaggio attivo che viene fatto
al feto con le vibrazioni prodotte dalla voce dei genitori (AUDITORE
1998).
L’ascolto musicale
L'ascolto
musicale rilassa, distende, favorisce il contenimento dell'ansia e
aiuta la gestante a creare immagini positive e piacevoli: le musiche più
adatte allo scopo sono lente, dolci e tranquille e spesso rievocano
scene di vita infantile, paesaggi montani e naturali. Queste stesse
immagini vengono richiamate alla mente durante le fasi del travaglio,
tra una contrazione e l'altra, e aiutano moltissimo la partoriente a
distrarsi, a recuperare le forze e ad agevolare il riposo, prima di una
nuova spinta. Le “visualizzazioni” solitamente vengono conservate e
ricordate dalla donna anche senza l'aiuto della musica; l'ascolto,
infatti, è accettato solo nelle prime fasi del travaglio, quando i tempi
di recupero sono abbastanza ampi e cessa, invece, quando le contrazioni
si susseguono a ritmi più frequenti, che non coincidono più con quelli
musicali del brano e con quelli mentali della partoriente. All'ascolto
sono assolutamente esclusi brani a carattere depressogeno, ansiogeno,
ricchi di dissonanze e poco rassicuranti; sono eliminate anche quelle
composizioni che possono amplificare la ricezione del dolore, se
riascoltate nel corso del travaglio (BENASSI, 1998).
Movimento e danze libere
Grazie
al movimento come espressione di Sé, ricerca di equilibrio, fonte di
benessere, la futura mamma prende confidenza con il proprio corpo in
trasformazione, impara a percepirlo nelle diverse parti, lo distende e
ne sperimenta le varie posizioni nello spazio. Le danze proposte hanno
anche lo scopo di migliorare la circolazione degli arti inferiori, di
aumentare la tonicità corporea, di attivare nella gestante il movimento
rotatorio dei fianchi e di controllare il movimento di basculazione del
bacino, nonché di massaggiare e coccolare il piccolo in grembo
(AUDITORE, 1998).
Strumenti musicali
L’uso
di strumenti musicali molto semplici (tamburi, maracas, triangoli,
sonagli, piatti, legnetti … sono subito facilmente utilizzabili da tutte
e non serve nessuna conoscenza teorico-musicale) offre alla gestante la
possibilità di esprimersi musicalmente con libertà, ricercando il
proprio ritmo interiore: alcuni strumenti facilitano la relazione con il
feto attivando uno scambio di segnali ritmico-sonori, che avvicinano la
madre al suo bambino in un dialogo reale (AUDITORE, 1998).
BIOMUSICA
informazioni da www.biomusica.com
La Biomusica è un nuovo ramo della Musicoterapia che utilizza antiche conoscenze sull'influenza del suono nelle persone.
E' una disciplina di carattere evolutivo e
metodo integrativo che agisce sugli aspetti emozionali, fisiologici ed
energetici dell'individuo, attraverso tecniche ludiche, di respirazione,
di movimento, di rilassamento attivo ed emissioni di suoni, come
stimolo e/o complemento di processi terapeutici.
Il punto di vista evolutivo determina il suo punto di forza,
perché considera ogni individuo, un essere in costante evoluzione,
indipendentemente dalla condizione fisica o psichica in cui si trova.
Tutta l'azione terapeutica della Biomusica è sottomessa a questo punto
di vista, il ché determina un atteggiamento positivo nel terapeuta e una
conseguente risposta da parte del ricettore. Per questo motivo,
consideriamo importante non subordinare l'aspetto evolutivo a quello
terapeutico, ma il contrario: l'evoluzione personale può comprendere ,
tra altre cose, il processo terapeutico.
Metodo integrativo perché la
Biomusica utilizza il suono come motivante, stimolatore ed evocatore di
situazioni emozionali, ma integra anche altre tecniche per agire
sull'organismo, sull'emozionalità e sul campo bioenergetico della
persona.
La Biomusica - Musicoterapia Evolutiva è una
metodologia d'intervento musicale, diretta e pratica, che si propone di
agire su due aspetti complementari della persona: l'emozionale ed il fisiologico.
Il principio attivo di questa tecnica è l'uso del suono sul triangolo
Corpo - Emozione - Energia. A questo fine utilizza antiche conoscenze sull'influenza della musica nel
corpo umano.
Essa non si rivolge solo a chi soffre di una patologia ma a chi è
insoddisfatto delle proprie limitazioni e vuole migliorare il rapporto
con la realtà.
Perciò la Biomusica non si limita ad
applicare le sue tecniche ma, oltre a questo, tenta di collocare la persona
in una posizione dalla quale possa capire - o almeno tentare di capire
- che la risoluzione dei suoi conflitti è appena il primo passo
verso l'equilibrio interno ed un salutare rapporto con se stesso e con
gli altri esseri viventi.
World dance family
info Francesca 320 6051482